Fra le figure che prendono parte all’esperienza cuckold, quella del “bull”, del compagno di giochi” o del “terzo uomo” è probabilmente, la più complessa da interpretare e definire. Molteplici e variegate, infatti, sono le situazioni, i desideri e le realtà con le quali dovrà cimentarsi chi intende calarsi in questo ruolo.
Pensare che il suo “compito” sia semplicemente quello di prendere parte ad un estemporaneo atto sessuale, sminuirebbe tutte quelle attenzioni, nel realizzare le fantasie della coppia, che gli fanno prendere le distanze dalla figura di semplice “gigolò”.
Le peculiarità del bull, infatti, non devono essere ricondotte esclusivamente o principalmente ad una consistente prestanza fisica, né tantomeno ad un curriculum particolarmente ricco di incontri, piuttosto la sua prima virtù dovrà essere quella di capire ed assecondare le esigenze della coppia.
Tutto ciò, può avvenire soltanto attraverso un processo di metabolizzazione del rapporto che si andrà ad instaurare, che può essere più o meno lento e soprattutto che richiede grandi capacità sia dal punto di vista relazionale che di immedesimazione in quelle che possono essere le reticenze, i timori o le titubanze che possono insorgere nella coppia. Soprattutto in quella coppia che decide, per la prima volta, di compire il “grande passo” verso la realizzazione di quello che in origine era soltanto un pensiero trasgressivo ed inconfessabile.
La discrezione, il tatto e l’attenzione, dovranno farla da padroni, dal momento che in gioco entrano principalmente i sentimenti e la sensibilità delle altre due figure, che generalmente non cercano soltanto un amplesso fisicamente appagante, bensì un rapporto che possa coinvolgerli anche da un punto di vista mentale.
Quindi, che il bull sia chiamato a recitare un ruolo autoritario, piuttosto che di compartecipazione nei confronti del cuckold e della sweet, dovrà sempre riconoscere alla coppia l’assoluta sovranità nella conduzione del gioco. Il contravvenire a questa semplice ma fondamentale regola, non farebbe altro che alimentare false aspettative che nulla hanno a che vedere con la concreta possibilità di instaurare, con la coppia, un rapporto basato sulla complicità e sull’intesa non soltanto in ambito sessuale.
Questo implica la consapevolezza, da parte del bull, nel fatto che il suo ruolo non dovrà essere un elemento di frattura o intralcio per la coppia, ma dovrà rappresentare il valore aggiunto che permette alla coppia stessa di rafforzare il proprio legame, allargando gli orizzonti della propria intimità.
Divinità non si nasce, si diventa.