Un giorno io, mia moglie e il mio carissimo amico Gianni eravamo andati al castello di Populonia. Lui e mia moglie erano divenuti amanti da poco e avevano una gran voglia di trombarsi. Ovviamente lui non sapeva che io sapevo. Il gioco era eccitantissimo. Mia moglie faceva la sfacciata con lui e lo provocava di continuo. Lui si scherniva e arrossiva imbarazzato. Loro ad un certo punto salgono sulla torre di osservazione medioevale alta una decina di metri. Vi si sale per una scala di legno a gradini. Io ero rimasto nel cortile in pietra. Una volta in cima, lei si sporge e mi saluta sbracciandosi. Dientro di lei appare Gianni che le si appoggia e mi saluta a sua volta. C'era qualcosa di strano nella loro posizione. Sembrava che mia moglie stesse ricevendo delle spinte dal Gianni, sempre accostato a lei. Guardavano lontano verso il mare e lui indicava qualcosa. Vedo la mano di mia moglie che penzola dal bordo della murata e mi fa le corna. Capisco al volo. Dico loro che esco un attimo, ma invece rientro da un'altra porticina e arrivo alla base della scala di legno che sale dove sono loro in cima alla torre. Fatti alcuni scalini mi fermo appiattendomi alla parete, perché li intravedo. In realtà intravedo le loro gambe, e una cosa che mi fa provare un tuffo al cuore. Mia moglie è appoggiata alla balaustra e spinge indietro il culo. Ha le gambe divaricate e le mutande sfilate da una gamba sono alla caviglia. Gianni è vestito, ma dai pantaloni esce il suo membro col quale scopa velocemente mia moglie. La tiene per il bacino e se la tira contro nel movimento di spinta. Mia moglie si struscia lasciva contro di lui, rinculando per assecondare la trombata.
Il tutto sarà durato un paio di minuti, forse meno. Poi lui si sfila mentre il membro gli si affloscia. Mia moglie prende rapida un fazzolettino dalla grande borsa di paglia che aveva appoggiato per terra e si asciuga la vulva. Inzuppato il primo, ne prende un altro e mentre lo fa riesco a vedere il seme di lui che le esce dalla folta peluria. Infine, ripulita, mi chiama ad alta voce. Io in un baleno esco dalla torre e spunto nel cortile dicendole che ero uscitoa fare un giro. Gianno è sollevato e lei, la mia mogliettina, non vista mi strizza l'occhio in senso di intesa e mi rifà di nascosto le corna con la deliziosa manina.
Arriva una telefonata sul cellulare di Gianni (uno dei primi Microtac) e lui si allontana un attimo per rispondere: è sua molgie. Io di uan tantata al culo di mia moglie e le sussurro che è una troia. Lui sorridendo maliziosa mi dice:
- Mauro, andiamo a quel bar, perché ho bisogno di ripulirmi. M'ha riempita, e sento che sta colando. Ho le mutande fradice-
Non riuscivo a parlare per l'emozione. Lei si volge a Gianni per dirgli che andiamo al bar e mentre lui accenna di si con la testa noi andiamo. Entriamo e chiediamo della toilette, ordinando due caffè. Ci avviamo rapidi. Dentro la toilette lei si cala le mutande e si siede sulla tazza pisciano con uno scrocio. Mi guarda sorridente. Poi maliziosa mi porge la carta igienica:
- Vuoi fare tu, cornutone mio?-
La giornata era solo all'inizio...